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Lo Ziferblat – Dove tutto è gratis tranne il tempo

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“La mia idea di vita è la sobrietà. Concetto ben diverso da austerità, termine che avete prostituito in Europa, tagliando tutto e lasciando la gente senza lavoro. Io consumo il necessario ma non accetto lo spreco. Perché quando compro qualcosa non la compro con i soldi, ma con il tempo della mia vita che è servito per guadagnarli. E il tempo della vita è un bene nei confronti del quale bisogna essere avari. Bisogna conservarlo per le cose che ci piacciono e ci motivano. Questo tempo per se stessi io lo chiamo libertà. E se vuoi essere libero devi essere sobrio nei consumi. L’alternativa è farti schiavizzare dal lavoro per permetterti consumi cospicui, che però ti tolgono il tempo per vivere.” [José Mujica, Presidente dell’Uruguay]

C’è chi le parole e gli esempi di Mujica non solo li condivide, ma li mette anche in pratica, o per lo meno, tenta di reinterpretarli a suo modo. Non parliamo delle Banche del Tempo, ma dello Ziferblat, una realtà altrettanto rivoluzionaria. Quella che potrebbe apparire come una semplice caffetteria è in realtà un centro creativo e culturale; un progetto sociale e al tempo stesso un modello di business; un ritrovo dove tutto è gratis tranne il tempo.

Tutto è partito da una poesia. Sapete, una poesia può cambiare il mondo, e c’ chi lo crede letteralmente. L’idea di Ziferblat è nata per le strade, da un gruppo di volenterosi decisi a scrivere e diffondere poesie per tutta Mosca, nelle piazze, sulle statue e i lampioni.

Iniziarono ad incontrarsi in un attico, chiamato “la casa sull’albero” per scrivere e sviluppare nuove idee. Alla casa sull’albero ci si poteva rilassare, stare in compagnia, si poteva mangiare, leggere e scrivere, cucinare, recitare e suonare è tutto era gestito volontariamente, e finanziato tramite lo offerte di chi ci passava il tempo. In breve, gli ospiti divennero troppi per l’ampiezza dell’attico, ed è in questo momento che l’ideatore, Ivan Mitin, ebbe l’intuizione. Dato che il nuovo posto per accogliere più ospiti era più grande e quindi più costoso, Mitin iniziò a pubblicizzare scherzosamente che ogni presente avrebbe dovuto contribuire al progetto, pagando per il tempo che spendeva al Ziferblat. Gli ospiti trovarono l’iniziativa tutt’altro che uno scherzo, quanto un giusto compromesso.

Un progetto sociale si trasformò così in un modello di business, senza perdere le sue qualità fondanti. Non si pagano i beni materiali, si paga qualcosa di insostituibile e irreplicabile, il tempo della nostra vita. Ogni cliente paga 3 penny al minuto, per un totale di 1.80 sterline all’ora (circa 2.18 €).

Partendo dalla Russia l’idea è approdata presto in Inghilterra, oggi i Ziferblat sono nove, e la prossima apertura prevista è a San Francisco.

“Tutto è iniziato per caso. Con un gruppo di amici cercavamo uno spazio per sviluppare un progetto artistico. Ci incontravamo in bar per organizzare il lavoro, ma ci infastidivano le occhiatacce dei camerieri che aspettavano che ordinassimo un altro drink” spiega Mitin.

L’idea è dunque tanto semplice quanto geniale. La maggior parte delle persone non vanno in caffetteria semplicemente per bersi un caffè, se così fosse, se lo farebbero a casa o a lavoro. Le caffetterie e i bar sono punti di ritrovo (e chi meglio degli italiani lo sa), luoghi per incontrarsi e scambiare due chiacchere, parlare di passato, presente e futuro. Chissà quanti progetti e idee rivoluzionarie sono nate dietro una tazza di caffè o un bicchiere di birra. Lo Ziferblat tenta di amplificare tutto questo, fornendo nuovi stimoli, ed è qui che risiede il suo enorme potenziale.

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“Diffondiamo idee, non problemi”

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