La trave portante su cui si regge la vita di una comunità è rappresentata dal rapporto tra i cittadini e le Istituzioni. Dalla qualità di tale relazione dipende infatti la solidità dei principi e delle regole costituzionali, intorno a cui si è costruita e si regge l’unità dei territori e dei popoli della Repubblica Italiana.
Guardano al funzionamento della nostra società odierna, in sostanza ogni cittadino: da una parte, ha il dovere di pagare le tasse; dall’altra ha il diritto di vedere soddisfatti i suoi bisogni attraverso politiche e servizi pubblici. Il ponte tra queste due sponde è il voto, ossia il diritto/dovere di scegliere i rappresentanti incaricati di decidere come le Istituzioni devono muoversi per garantire il soddisfacimento dei bisogni della popolazione. Solo se il progetto politico è davvero credibile e se i cittadini usano al meglio la loro libertà di scelta, il ponte che ricongiunge l’onere di pagare le tasse con il beneficio del godimento dei servizi pubblici, potrà reggere.
Purtroppo, a causa dell’inasprirsi della crisi e del proliferare di continui scandali di corruzione dentro i “palazzi”, il legame di fiducia tra rappresentanti e rappresentati si è sfilacciato pericolosamente. Le vertiginose percentuali di astensionismo lo certificano in pieno.
Andando però ad approfondire il fenomeno, si scoprirà che in realtà oggi i cittadini hanno grandi difficoltà a capire effettivamente chi sono i responsabili degli errori e chi i protagonisti dei successi. Tale incapacità non è innata ma dipende in larga parte dalla mancanza di informazioni su cui giudicare i politici e/o i dirigenti. Non avendo facilità nel reperire dati ufficiali e comprensibili, l’unico modo che i cittadini hanno per valutare un eletto è di basarsi su quanto riportato sui giornali oppure affidarsi al consiglio di un amico “esperto”. Il risultato è che non sempre (per non dire quasi mai), né i giornalisti né l’amico che “di politica ne capisce” riescono a fornire spiegazioni del tutto chiare e complete. Dopo tutto “chi sa loro dove le hanno recuperate le informazioni sul Comune”.
La conseguenza evidente è che, in una fase economica e politica tanto tesa, la poca trasparenza alimenta ancor di più il clima del sospetto e il populismo facile. Ecco che quindi siamo finiti per accettare incondizionatamente le ricostruzioni iper-semplificate secondo cui tutti “i politici sono ladri e tutti i dirigenti pubblici fannulloni o privilegiati”.
“Pensa un po’ se avessimo tutte quelle informazioni quante cose potremmo fare” sospirerebbe quel genitore macomerese che ogni giorno con sacrificio e rigore fa quadrare i conti per poter arrivare a fine mese e garantire cibo, vestiti e istruzione ai figli. Così esclamerebbe quel giovane laureato, studente o lavoratore che con impegno e con metodo raggiunge i suoi traguardi. Così si accalorerebbe un imprenditore che investe sui suoi dipendenti, attingendo dai propri risparmi.
Ebbene oggi è possibile dare una risposta a tutte queste domande e ricostruire quel rapporto di fiducia tra l’istituzione comunale e i nostri concittadini. OpenPolis è un associazione creata da ricercatori e professionisti; indipendente dal 2006; economicamente autonoma. Si occupa di progetti per l’accesso alle informazioni pubbliche per promuovere la trasparenzae la partecipazione democratica dei cittadini della rete. Grazie all’impegno dei suoi creatori, OpenPolis è in breve tempo diventata un osservatorio civico della politica che analizza quotidianamente i meccanismi complessi che muovono l’Italia, con un’affidabilità riconosciutagli su scala nazionale ed internazionale.
Condividere le informazioni delle istituzioni pubbliche come leva per ridare spinta al senso di cittadinanza. “In Italia le informazioni prodotte e gestite dall’amministrazione pubblica, pagate dai cittadini e riguardanti i cittadini stessi, sono in realtà a disposizione di pochi. Una carenza informativa che produce arretratezza, malessere sociale, antipolitica. Noi lavoriamo perché questo grande patrimonio informativo diventi collettivo e condiviso, con la partecipazione diretta di tutti. Il metodo che abbiamo seguito con i nostri progetti è stato quello dell’azione diretta. Rendere pubbliche informazioni che lo erano solo formalmente” (Vittorio, Direttore di OpenPolis).
Concretamente il progetto OpenPolis si incrocia su due diverse inziative: “OpenMunicipio” e “OpenBilancio”:
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Openmunicipio è una piattaforma web che usa i dati politico-amministrativi ufficiali dei comuni affiliati, per offrire alla cittadinanza servizi di informazione, monitoraggio e partecipazione attiva alla vita della propria città. Le informazioni sulle attività di sindaco, giunta e consiglio sono aggiornate in tempo reale e i cittadini possono partecipare ai lavori, documentandosi e interagendo con gli strumenti di relazione del sito e con i social media;
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Open Bilancio è una piattaforma web che, partendo dai dati che i comuni trasferiscono ogni anno al Ministero dell’Interno e da quelli recuperabili in una pluralità di banche dati pubbliche, facilita l’analisi su come i soldi dei cittadini sono gestiti e spesi. Si tratta di “rendere accessibili ed utilizzabile l’enorme mole di dati della collettività ad un’ampia platea di soggetti, attraverso un progetto importante in cui si mescolano rigore scientifico, tecnologia e comunicazione”.
Uno strumento capace di favorire un processo di modernizzazione e semplificazione della macchina amministrativa che migliori i servizi dei Comuni e ne faciliti i rapporti con i cittadini. In tale ottica, poter partire dalla piattaforma web OpenMunicipio, permette al Comune di poter accelerare tale processo con costi di investimento irrisori: 3.000€ per avviare il progetto e 5.000€ all’anno come canone per usufruire dei servizi web. All’orizzonte si materializza sempre più concretamente l’ambizione, in scia di quanto fatto dal virtuoso Comune di Udine, di farsi promotori di simili iniziative, esempi e strumenti di buona politica, semplici ma allo stesso tempo innovativi e concreti. Il che significa mirare a formare una classe di nuovi giovani professionisti che sia in grado di esportare il modello di cittadinanza attiva di cui sempre più comuni si vogliono fare promotori su tutto il resto del territorio regionale e nazionale.
LP
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