Per biodiversità si intende “l’insieme di tutte le forme viventi geneticamente diverse e degli ecosistemi ad esse correlati.” Le api in primis, ma insieme ad esse anche diversi altri insetti pronubi, sono essenziali al fine della salvaguardia della biodiversità. Senza biodiversità viene a mancare la vita stessa, infatti secondo le stime della FAO, delle 100 specie di colture che forniscono il 90 % di prodotti alimentari in tutto il mondo, 71 sono impollinate dalle api. La maggior parte delle colture nell’Unione Europea dipende dall’impollinazione degli insetti.
Risulta del tutto evidente quanto sia importante tutelare la salute delle api, perché da essa dipende la salute dell’umanità e l’intero pianeta, nonostante da alcuni anni a questa parte sono stati riscontrati, in diversi Paesi UE e non, rilevanti cali nelle popolazioni apide. Le cause di queste perdite non sono ad oggi del tutto chiare ma, rispetto a qualche anno fa, sono stati fatti diversi passi avanti in termini di ricerca e di scoperte scientifiche correlate.
Nel 2010 la Commissione Europea prese in esame il problema e redisse la “Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo e al Consiglio relativa alla salute delle api”. Come si può dedurre dalla sua lettura, la salute delle api non dipende da un unico fattore. Il fenomeno dello spopolamento degli alveari in occidente viene in parte spiegato dalla crescente globalizzazione, che ha portato in Europa e negli Usa degli acari (come la varroa destructor) e degli insetti (come la vespa velutina) originari di altri continenti e che destabilizzano l’ecosistema entrando in contatto con le “api locali”, le quali non hanno oggi mezzi di difesa naturali con cui contrastare tali pericoli.
Studi abbastanza recenti hanno inoltre portato alla luce anche i danni svolti dai pesticidi neonicotinoidi, il cui utilizzo è stato recentemente sospeso in UE al fine di osservare gli effetti del mancato impiego di tali prodotti sulla salute delle api, capaci di portarle ad una diminuzione delle abilità di orientamento, all’inibizione della salute riproduttiva dei bombi e al collasso delle colonie.
Certamente però lo spopolamento degli alveari è dovuto anche ad altri fattori tra cui la diminuzione della biodiversità, causata per esempio da coltivazioni agricole intensive e monocolturali. In quest’ottica è fondamentale reintrodurre nei nostri ambienti, e dunque nei nostri ecosistemi, piante “bee friendly” che possano nutrire con nettare e polline le nostre api.
E’ fondamentale che le campagne tornino come una volta. Un tempo le varie proprietà agricole erano quasi sempre delimitate da fossati sulle cui “sponde” sorgevano alberi e cespugli; tutta questa vegetazione forniva un habitat ideale agli insetti utili, come le api. Inoltre, cosa molto importante, creavano un “ecosistema diffuso” sul territorio. Oggi osservando le nostre campagne vediamo i campi divisi da fossati, reti o mura e solo raramente da alberi ed altra vegetazione. Torniamo a piantare alberi (possibilmente apisticamente interessanti) nelle nostre campagne. Disseminiamoli tra i confini delle proprietà e non daranno alcun intralcio all’attività svolta nei campi con i mezzi meccanici.
Al fine di ricreare un ecosistema diffuso sul nostro territorio è necessaria però l’azione congiunta di quante più persone possibili. Sono tantissime infatti le piante interessanti per le api che ciascuno di noi può piantare nei propri orti e nei propri giardini. Disseminando le nostre proprietà di tali specie botaniche forniremo quell’habitat naturale tanto necessario agli insetti impollinatori e così importante per tutti noi.
Alla fine di quest’articolo troverete alcune piante “bee friendly” che possiamo inserire nei nostri giardini; ve ne sono tantissime ma mi sono limitato, nell’ambito di questo lavoro, ad indicarne due-tre per ogni mese dell’anno in cui vi è fioritura.
Certo è dunque che noi, tutti insieme, possiamo fare e dare tanto alle api con semplici azioni e scelte. D’altro canto sarebbe auspicabile anche un intervento delle istituzioni allo scopo di agevolare le nascita di un ecosistema diffuso sul territorio. Un’idea potrebbe essere quella di agevolare economicamente chi acquista piante “bee friendly”. Si potrebbe pensare addirittura ad una detrazione fiscale per la spesa sostenuta nel corso dell’anno per l’acquisto di tali varietà botaniche.
Alcune piante apisticamente interessanti per creare un ecosistema diffuso sul territorio:
- Periodo di fioritura: Gennaio
NOCCIOLO (Corylus Avellana L.): Pianta di grande interesse apistico in quanto fornisce il primo polline della stagione dal momento che essa fiorisce già a gennaio. Le api bottinano i fiori maschili (amenti) importando agli alveari abbondante polline.
CROCO (Crocus): Disseminare i bulbi in giro per il giardino e tra le aiuole è sia molto utile perchè le api traggono dal croco prezioso polline, sia appagante per la vista dal momento che le colorate fioriture del croco nel freddo e grigio gennaio sono uno spettacolo per gli occhi.
- Periodo di fioritura: Febbraio
MANDORLO (Prunus Dulcis): Pianta apisticamente interessante in quanto fornitrice di nettare ed anche di polline. E’ vero che può crescere fino a 10 mt. di altezza ma la si può tranquillamente tenere ad altezze molto minori (2,5-3 mt) potandola ogni anno.
ERICA (Erica Carnea): E’ una pianta i cui fiori producono nettare e polline di colore bianco ed argentato. Il suo portamento è prostrato per cui può essere impiegata per la realizzazione di bordure e/o per creare macchie all’interno delle aiuole.
- Periodo di fioritura: Marzo
ALBICOCCO (Prunus Armeniaca), CILIEGIO (Prunus Avium), PESCO (Prunus Persica): si tratta di alberi molto conosciuti soprattutto per i frutti. Sono però interessanti anche da un punto di vista apistico in quanto le api traggono dai fiori nettare e polline.
BOSSO (Buxus Sempervirens L.): Lo si vede molto spesso nei parchi delle ville antiche a formare eleganti siepi. I suoi fiori sono molto attrattivi per le api; vi ricavano polline, ottimo per lo sviluppo della covata a fine inverno.
SALICE: Molto comune nella nostra pianura padana il salice da pertica (Salix Alba L.) il salice piangente (Salix Babylonica L.) ed il salice da vimine (Salix Viminalis L.). Sono alberi molto utili alle api in quanto forniscono nettare ed anche parecchio polline.
TARASSACO -o dente di leone- (Taraxacum Officinale): Specie spontanea molto comune in pianura padana. E’ molto utile in apicoltura in quanto fornisce nettare e polline da fine marzo ai primi di maggio (a seconda delle zone) favorendo lo sviluppo dell’alveare all’inizio della primavera.
ROSMARINO (Rosmarinus Officinalis L.): Le api adorano i fiori di questa pianta dai quali ottengono prevalentemente nettare.
BIANCOSPINO (Crataegus monogyna; Crataegus oxyacantha): Importante tra le fioriture di marzo ed aprile in quanto buon fornitore di polline.
- Periodo di fioritura: Aprile/Maggio
ROBINIA (Robinia pseudoacacia): E’ una delle piante mellifere più conosciute, nota soprattutto con il nome di ACACIA. Le api adorano i fiori della robinia dai quali suggono nettare che verrà poi trasformato in miele di acacia.
SALVIA (Salvia pratensis L.): Nota pianta aromatica, molto usata in cucina. Le api sono fortemente attratte dai suoi fiori, prevalentemente per il nettare.
TIMO (Thymus vulgaris L.): “genere di piante della famiglia delle Labiate, con ca. 40 specie diffuse nelle regioni mediterranee. Sono erbe aromatiche o suffrutici, con foglie lanceolate e fiorellini in spighe terminali.” Ottima perchè fornisce nettare e polline.
BORRAGINE (Borago officinalis L.): Molto ricercata dalle api. Si possono dedicare piccole zone del giardino alla coltivazione di questa pianta, così preziosa da un punto di vista apistico.
MENTA (Mentha rotundifolia L.): Particolarmente visitata dalle api per il nettare.
- Periodo di fioritura: Giugno
TIGLIO: Le api ricercano tantissimo le infiorescenze del tiglio perchè preziose per la produzione di nettare. E’ molto noto il miele di tiglio. A giugno, quando la calda estate è alle porte, la fioritura del tiglio è fondamentale per lo sviluppo delle famiglie di api.
LAVANDA: Come le altre piante aromatiche è molto visitata dalle api per il nettare che ne possono trarre dai fiori. E’ importante da un punto di vista apistico perché è una pianta che sostiene le colonie di api in un periodo in cui la fioritura non è più così abbondante come in piena primavera.
- Periodo di fioritura: Luglio
ORIGANO (Origanum vulgare e majorana L.): Anche questa pianta, come accade per le altre aromatiche, è fortemente attrattiva per le api.
- Periodo di fioritura: Settembre
TOPINAMBUR (Helianthus tuberosus L.): E’ una pianta, molto spesso spontanea, estremamente utile alle api perché fiorisce verso la fine dell’estate, permettendo così alle api di incrementare le scorte di miele in vista dell’inverno.
- Periodo di fioritura: Ottobre
EDERA (Hedera helix L.): E’ una pianta veramente molto importante per l’apicoltura in quanto i fiori sono in grado di offrire nettare e polline nel pieno dell’autunno.
Noi, con il progetto TerraFiorita, abbiamo un duplice obiettivo:
– fare informazione/didattica/sensibilizzazione con riguardo al fantastico ed importantissimo mondo delle api.
– valorizzare tutti i buonissimi prodotti dell’alveare con particolare enfasi nei confronti di pappa reale, polline, propoli e miele ponendo l’attenzione non sulla quantità prodotta bensì sulla qualità, troppo spesso penalizzata in nome della produzione “di massa”. Questo punto è peraltro strettamente correlato al primo; infatti maggiori saranno le persone che conosceranno i prodotti delle nostre api maggiori saranno le persone sensibilizzate sulla loro importanza; sull’importanza di darle un habitat e di piantare, ognuno nei propri giardini, delle piante capaci di attirarle.
Ognuno di noi può e deve fare qualcosa. Ricordiamo che tante gocce fanno il mare. D’altronde le api stesse ce lo insegnano: da sole non sarebbero nulla, insieme sono una vera potenza. Un mondo senza l’uomo potrebbe vivere in eterno, un mondo senz’api sarebbe una condanna per ogni essere vivente.
Alessandro Capuzzo
www.terrafiorita.blogspot.it
ProPositivo
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