Secondo un rapporto dell’Harvard School of Public Health e del World Economic Forum, tra il 2011 e il 2030 il costo delle malattie mentali in tutto il mondo sarà di oltre 16 trilioni di dollari.
I disturbi mentali, intesi sia come patologie psichiatriche (quali ansia, depressione o disturbi bipolari) sia neurologici (come Alzheimer e demenze), sono già nei Paesi ad alto reddito la principale causa di perdita di anni di vita per morte prematura e disabilità (17,4%), seguiti dal cancro (15,9%), dalle malattie cardiovascolari (14,8%), dagli infortuni (12.9%) e dalla malattie muscolo-scheletriche (9,2%).
Per alcuni la quarantena ha portato ad una crescita di tali patologie, soprattutto in contesti altamente urbanizzati. Per altri, questo periodo ha insegnato a spendere più tempo da soli, a ricercare la felicità prima di tutto dentro se stessi e in maniera totalmente gratuita.
E’ sempre più necessario parlare di questi aspetti, non sottovalutatre l’impatto psico-somatico della pandemia e andare a sfatare i tabù che ancora oggi, per molte persone, aleggiano intorno alla figura dello psicologo.