Durante l’epidemia inglese di peste del 1666, Isaac Newton si rifugio in campagna, in “quarantena volontaria” per evitare il contagio e, libero da pressioni accademiche, per concentrarsi sui suoi esperimenti di rifrazione della luce.
Si dice che un giorno, mentre leggeva sotto un albero, una mela gli cadde in testa, portandolo ad intuire le leggi del movimento gravitazionale. Si racconta dunque che una delle più grandi rivoluzioni scientifiche della storia umana sia avvenuta quasi per caso, per serendipità, ovvero, mentre si ricercava qualcos’altro o si era intenti a fare altro
Di certo però, c’è che questa rivoluzione globale nacque in un periodo di isolamento, di impotenza, di apatia, di timore, di noia, di dolore collettivo. Di quarantena. Newton non era soltanto un genio per le sue scoperte, ma per il suo modo di affrontare la vita. È stato in grado di trasformare una delle più grandi crisi del suo secolo, in un’opportunità di rinascita e progresso per l’intero pianeta.
C’è chi con la quarantena ha cambiato il mondo.
Illustrazione: Valentina Vinci Illustrator