In questi giorni tutti i principali media italiani hanno scritto che Kean è il primo millennial a segnare in nazionale. Eppure Kean non è un millennial, è un centennial proprio come il compagno Barella, con il quale ha segnato contro la Finlandia. Non è dunque neanche il primo della sua generazione a riempire la rete per gli azzurri, ma è il primo “duemila” a farlo.
I millennials (generazione Y) sono coloro nati tra il 1980 e il 1994. Dal 1995 al 2009 si parla di centennial (generazione Z). La principale differenza tra le due generazioni è che i millennial sono cresciuti tra l’analogico e il digitale, mentre i centennial sono cresciuti in un mondo totalemente digitale.
Si condannano facilmente le nuove generazioni proprio per l’eccesso di digitalizzazione e per la vita costruita sui social, eppure, le vecchie generazioni non perdono occasione per dimostrare come il nostro Bel Paese sia il secondo stato più vecchio al mondo e non conosca minimamente i propri giovani.
Lincoln scriveva: “Io non so chi fu mio nonno; mi importa molto di più sapere chi sarà suo nipote.” E’ ora che l’Italia la smetta di guardare in maniera nostalgica al passato, e inizi a costruire il futuro, partendo prima di tutto dall’approfondire e valorizzare il mondo giovanile.
Qui tutte le principali testate che hanno riportato la notizia: Corriere della Sera, La Stampa, Il Giornale, la Repubblica, Tuttosport, ANSA.it, Adnkronos Il Messaggero.it, Fanpage.it, CalcioWeb, Juventus News, Esquire, Sky Sport, Huffington Post, Libero, Corriere dello Sport, Il Fatto Quotidiano, Blitz Quotidiano.