Monete complementari – un’alternativa locale alla crisi globale

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Quante volte, negli ultimi anni, abbiamo sentito parlare di crisi e recessione, di sistemi bancari fallimentari, di ritorno alla vecchia moneta e di odio viscerale nei confronti della nuova? Sono aumentati i prezzi, ci viene impedito di svalutare, lo spread è ormai un incubo ricorrente attraverso il quale si possono richiedere i sacrifici più sconsiderati. La moneta è stampata da privati, i voti di rating sono affibbiati da privati, gli stati sono in perenne debito con questi ultimi al quale comprano il denaro e ai quali devono rimettere i propri interessi. Quando si parla di questi argomenti, troppo grandi e lontani per noi singoli, ci sentiamo quasi sprofondare in una sorta di impotenza cronica dal quale non sembra esserci via d’uscita, e che non riusciamo a contrastare se non con frasi del tipo “si stava meglio quando si stava peggio”, “l’euro ci ha rovinati”, “torniamo alla lira”. Ma è davvero questa l’alternativa migliore? Oppure è un semplice sfogo venale, rimpianto di un passato ormai andato?

Tra i numerosi metodi di pagamento oggi disponibili, dai pagamenti virtuali al microcredito, dal Social Lending al baratto, le monete complementari si ritagliano la loro fetta di gloria. “Molte comunità o gruppi di consumatori e negozianti adottano oggi sistemi di pagamento alternativi che assicurano una rapidissima circolazione della moneta, al contrario della valute più tradizionali” (Il Sole 24 Ore 25-2-2010). Dal 1980 a oggi sono nate infatti 5mila valute locali e monete complementari, da un idea di Silvio Gesell, mercante, economista e anarchico tedesco, un idea apprezzata anche da grandi economisti del calibro di Fischer e Keynes. Non in tutti i casi queste valute convengono, è necessaria prima una ricerca sul campo, tuttavia la crisi le ha portate alla ribalta, e ha evidenziato numerosi casi di successo e numerose repliche. Eccone alcuni esempi:

Italia

Napo
Il Napo è la valuta locale introdotta dal comune di Napoli lo scorso anno. E’ una sorta di “buono sconto al portatore” distribuito dal comune per il rilancio dell’economia locale. Il Napo è stato realizzato a costo zero. Attualmente sono stati stampati 70 milioni di Napo. “Un modo civico di aiutare l’economia” l’ha definito l’assessore al Commercio del Comune di Napoli, Marco Esposito. I Napo potranno essere usati per coprire il 10% del prezzo complessivo dei prodotti nei negozi che aderiscono all’iniziativa.

SCEC
Acronimo di Solidarietà ChE Cammina – sono utilizzati già da 15mila persone e da tremila attività commerciali, liberi professionisti e piccole aziende in tutta Italia (Mappa). Non sono banconote vere e proprie – non sarebbero altrimenti legali – ma una sorta di buono sconto del valore di un euro ciascuno da utilizzare per integrare i pagamenti tradizionali. Un sistema di “deprezzamento” simile al Napo. “Chi possiede questi scec – iscrivendosi all’associazione Arcipelago Scec, pagando un contributo libero, anche di un euro, se ne ottengono 100 – li può utilizzare nei negozi che aderiscono all’iniziativa: chi accetta questo pagamento lo fa in una percentuale che va dal 5 al 30% della somma di partenza, come riduzione del prezzo in euro. Vuol dire, per esempio, che se un oggetto costa 50 euro e il negoziante accetta il 10% in scec, l’acquirente pagherà 40 euro e 10 scec. Chi vende spenderà a sua volta i suoi scec e così via. Il senso dell’iniziativa? Di solidarietà, non certo di lucro. In un momento di crisi come quello di oggi le famiglie risparmiano, usufruendo dello sconto quantificato con la nuova moneta.”

Sardex
Sistema fondamentalmente differente da Napo e Scec. “Attraverso il Credito Commerciale Sardex sono le stesse imprese a farsi credito, riducendo la propria esposizione bancaria e sostenendosi reciprocamente in questo momento di crisi. Entrando a far parte di Sardex.net potrai fare acquisti per te e la tua azienda e ripagarli nell’arco di un anno vendendo i tuoi beni e servizi ad altri iscritti al circuito. La cosa straordinaria è che all’interno del circuito non esistono interessi, per ripagare i tuoi acquisti dovrai effettuare vendite per lo stesso importo: non un centesimo di più! In Sardex.net ogni impresa ha un solo interesse: la nostra economia!”

Germania – Urstromtaler
“Siamo delusi dell’euro, poiché non porta molti benefici alla comunità locale,” ha detto Joerg Dahlke. “Ma allo stesso tempo, non vogliamo sbarazzarcene completamente”. “E’ abbastanza semplice,” spiega un gioielliere del luogo a proposito della valuta regionale. “Il denaro che si spende rimane nella regione. Quando io accetto la valuta Urstromtaler nel mio negozio, poi devo vedere come posso spendere le banconote locali. Si conoscono tutti i partecipanti in questo progetto, ed alla fine della giornata, si ha una sensazione positiva della vita.”

USA – Tokens
Nella cittadina di Rochester (NY) al confine col Canada, si utilizzano i Tokens. Nel mercato dei produttori locali, presente due volte a settimana nel centro città, si possono acquistare i Tokens. A differenza dei precedenti i tokens non sono un buono sconto sui prodotti, ma sulle commissioni bancarie e i costi di transazione. Si possono quindi prelevare tokens e risparmiare sulle spese bancarie, e anziché finanziare la banca, si arricchisce la comunità stessa che stampa i tokens a basso costo. Un doppio vantaggio.

GLA

GUARDA IL VIDEO: Margrit Kennedy – Monete complementari per uno sviluppo sostenibile

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