Rubrica: Le Pillole di ProPositivo
GB, il primo bus alimentato con scarti alimentari e non solo.
“In servizio tra Bath e l’aeroporto di Bristol, utilizza esclusivamente biometano prodotto dall’impianto fognario di Wessex Water. “Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior”, cantava Fabrizio De André nel 1967. Oggi, oltre ai fiori e alle innumerevoli coltivazioni, gli escrementi ci possono regalare una mobilità sostenibile. Lo dimostra il primo “bio-bus” in servizio in Gran Bretagna alimentato con biometano prodotto da scarti alimentari e rifiuti organici umani. Il mezzo da 40 posti, utilizzato come navetta aeroportuale tra Bath e Bristol, si muove grazie al gas interamente ricavato da rifiuti di cibo e feci umane trattati e trasformati nell’impianto gestito dalla società energetica GENeco a Wessex Water. Un pieno di gas, che equivale ai rifiuti corporei prodotti da cinque persone in un anno, è sufficiente per percorrere 190 km, come riporta il quotidiano britannico The Guardian, con emissioni nocive notevolmente inferiori a quelle del più moderno motore diesel. Un vantaggio non indifferente per l’ambiente e per l’economia.”
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La sfida per far rinascere i paesi abbandonati dell’Abruzzo.
“A Valle Piola non abita più nessuno. Il paese è un agglomerato di case, con una chiesa e un mulino nel parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, si trova a più di mille metri, sul monte Farina. L’ultima famiglia di residenti ha lasciato il borgo nel 1977 e da allora le case, i fontanili, le strade, il campanile sono stati lasciati soli in compagnia dell’abbandono. La vegetazione si è riappropriata lentamente delle costruzioni e i muretti fatti di pietre hanno cominciato a cedere. La chiesa è tenuta in piedi da uno scheletro di tubi Innocenti, gli affreschi sono scrostati. I santi, ritratti sul soffitto della chiesa, ormai sono sbiaditi e mostrano il loro fondo di calce.”
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Terrorismo: l’antidoto alla paura è la resilienza civile.
“Secondo l’ultimo rapporto sullo sviluppo umano delle Nazioni Unite, la ricetta anticrisi dell’Onu consiste, da parte dei Paesi e delle comunità locali, nella costruzione attiva della resilienza. Il termine “resilienza” ha diversi significati, e col passare del tempo ne assume di nuovi. In psicologia si riferisce alla “capacità di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici” mentre in ecologia ed economia alla capacità di ecosistemi e organismi (o sistemi socio-economici) “di ripristinare l’omeostasi, ovvero la condizione di equilibrio a seguito di un intervento esterno”. Resilienza e sostenibilità vanno a braccetto ma non vanno confuse, il perseguimento della sostenibilità senza la costruzione della resilienza è del tutto inutile. In breve, la resilienza è la capacità di adattamento individuale e collettiva, il processo di trasformazione delle crisi in opportunità. Non a caso i Paesi più resilienti hanno saputo reagire meglio alla crisi finanziaria globale. Sono numerosi gli studi che si riferiscono alla resilienza civile come fattore capace di preservare e accrescere la sicurezza nazionale.”
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Svezia: il primo paese libero dal petrolio.
“La Svezia vuole diventare la prima nazione del mondo totalmente fossil-free. L’ha annunciato il primo ministro Stefan Löfven alle Nazioni Unite. Sono ambiziosi e ammirevoli: in concomitanza con gli imminenti incontri sul clima di Parigi (Cop21), la Svezia ha annunciato di voler accelerare il suo cammino verso le rinnovabili e contro i cambiamenti climatici. E così per il 2016 hanno stanziato ben 546 miloni di dollari solo per incentivare fonti non fossili nel paese. In questo momento le fonti fossili generano il 20 per cento dell’elettricità del paese, il resto viene da un mix di fonti rinnovabili, in particolare dall’idroelettrico, e dal nucleare. Ma le centrali nucleari chiudono perché ormai obsolete e datate, e gli svedesi hanno deciso di non costruirne più di nuove. Sono le tre centrali di Ringhals 1 e 2 e Oskarshamn 2, la cui chiusura viene anzi anticipata. Ci si aspetta che le rinnovabili rimpiazzeranno il contributo energetico delle centrali chuise. E non solo: in Svezia hanno già chiuso centrali a carbone e addirittura uno degli aereoporti secondari di Stoccolma, il cui sito sarà trasformato in sito residenziate per persone a basso reddito.”
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